UE propone tagli alla pesca: settore italiano in allarme e pronto alla protesta

  • 1 settimana ago
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Si previene ancora un anno difficile per la pesca italiana. La nuova proposta dell'Europa per il 2026 impone una riduzione del 64% nello sforzo astrascico, un taglio senza precedenti che mette in allarme l'intera flotta nazionale. Alla stretta si aggiungono il meno 25% per i palangari e limiti severi alle catture di gamberi e dei pesci che vivono in acqua aperta, come Alici, Sardine e Sgombri, con nuove restrizioni dallo stretto di Sicilia, all'Oionio e al Mediterraneo occidentale, dove crollano le giornate di pesca e si nespriscono i vincoli per gamberi e nasello. In questo quadro generale preoccupa anche l'Adriatico, dove le marinerie e termoli comprese dovranno affrontare un'ulteriore riduzione di quasi il 13% dell'attività astrascico e minori possibilità di pesca proprio su Alici e Sardine. Nel canale di Sicilia si scaterrano calendari serrati e quote ristrette mentre nell'Oionio è prevista una nuova riduzione delle catture. Piccoli margini di recupero si intravedono solo adottando attrezzi più selettivi o introducendo nuove chiusure temporanee. Durissima la reazione del settore, un impatto insostenibile che richiede interventi correttivi immediati, denunciano Agici Pesca e Acquacoltura, Conf Cooperative Fedagri Pesca e Lega Copp Agroalimentare, pronte insieme ai colleghi francesi e spagnoli a una grande mobilitazione del settore. Le associazioni chiedono al ministro Lolo Brigida una posizione netta in Europa perché così avvertono la pesca italiana non può andare avanti. Anche per il sottosegretario Patrizio Lapietra queste proposte dell'Europa sono inaccettabili e insostenibili per le marinerie italiane e il governo si opporrà, ha detto, a un simile scempio.