Termoli, mercato del pesce: la vigilia tra tradizione e cambiamento

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A Termoli il giorno della vigilia a tavola comincia dal mare. All'alba il mercato del pesce si riempie di voci, richiami e passi veloci tra i banchi. Le cassette si svuotano in fretta. Seppie, calamari e frutti di mare finiscono nelle borse dei clienti abituali, quelli che conoscono pescatori e stagioni. A fine mattinata restano le cassette vuote e l'odore salmastro, segno di una tradizione che resiste e continua a rinnovarsi. calamari, polpi veraci, frutti di mare, vongo, cozze, capesante e stata una bella settimana si è venduto. Sì, anche se ogni anno che passa è sempre di meno. La quantità, gli ordini, le richieste sono sempre di meno, però non ci possiamo lamentare. I polpi, seppi, calamari, questa roba qua, scambi per fare la pasta, tutti passeranno per regina Natale. Speriamo anche capodano, però non penso. Ce ne andiamo a divertire. Abbiamo venduto veramente quest'anno, non ci possiamo lamentare. Eh, adesso il pesce ci sta perché ci stava la c la frigorifera piena piena. Noi mangiamo l'anguilla, noi siamo all'antica. Anquuilla, baccalai e vabbè i pesce nostri, scampetti, mazzangolle locali, ste cose qua. Tra i banchi trovano ancora spazio i fedelissimi dell'anguilla. Sono pochi ormai a comprarla, ma per qualcuno la vigilia senza Capitone non è festa. A Termoli questa scelta divide, ma racconta una cucina che cambia senza dimenticare. Il giorno della vigilia a tavola è fatto di memorie e nuove abitudini, di piatti antichi e gusti che evolvono, mentre il mare continua a dettare il ritmo delle feste. Sì.