Pozzilli, al Neuromed presentato il passaporto ematico per sport in sicurezza

  • 4 giorni ago
  • 138Visualizzazioni
Un passaporto ematico per monitorare i parametri degli atleti, intercettare
precocemente eventuali patologie e promuovere controlli regolari.
Il centro ricerca del neuromed di Pozziglia ha voluto così inaugurare una
nuova visione dello sport per una pratica sicura, etica e responsabile.
Il passaporto ematico infatti mira a includere gli esami del sangue e
cardiaci tra quelli attualmente previsti come obbligatori per ottenere
l'idoneità sportiva. Siglato tra la Fondazione Fioravante Polito di Santa
Maria di Castellabate e la Fondazione Neuromed, il protocollo medico è stato
presentato nel corso della sedicesima edizione del premio Andrea Fortunato
per ricordare la figura del giovane calciatore della Juventus, scomparso
prematuramente a causa di una rara forma di leucemia.
Il passaporto ematico che noi abbiamo ideato in collaborazione con Neuromed
prevede la visita medica uguale sia per agonisti sia per i non agonisti, non
c'entra, deve essere tutto uguale, uniforme e a partire dai sei anni si
deve fare il passaporto ematico. Dunque si parte dal cartaceo, si punta ad
arrivare al digitale? Si, si punta ad arrivare al digitale in un paio di mesi
anche perché sarà lanciato un importante progetto oggi che tutti i
laboratori di analisi, gli studi di medicina dello sport devono effettuare i
nostri protocolli. Noi abbiamo condiviso questa iniziativa con la
Fondazione Polito perché riteniamo che sia un'occasione imperdibile per poter
praticare lo sport in sicurezza. Integrare alcuni esami di base significa
poter avere un quadro preciso di quello che lo stato di salute dell'atleta e io
direi che invece l'obiettivo è anche andare oltre anche del cittadino in
genere, quindi noi sosteniamo questa iniziativa per un problema di
prevenzione. Chiaramente da pochi dati che magari possono modificarsi si può
capire lo stato di salute di un soggetto e questo può significare salvargli la
vita o comunque aiutarlo a guarire prima. Presente all'evento anche Giovanni
Malagò, ex presidente del CONI e attuale membro del Comitato Olimpico
Internazionale che ha sottolineato l'importanza del passaporto ematico non
solo per la salute degli atleti ma anche per monitorare i controlli
antidoping. Per me scientificamente provato è che se c'è più che un
continuo, un costante monitoraggio H24 uno è in grado di evidenziare magari una
serie di problemi, di patologie che possono sfuggire se uno si limita
semplicemente anche con una certa frequenza a fare certi controlli e
questa è la sostanza della risposta. Questo vale ovviamente sia in termini
prevenzioni salute ma vale ad esempio anche su tutta la parte del doping.