Natale, gli auguri del Vescovo di Termoli-Larino Claudio Palumbo

  • 5 ore ago
  • 56Visualizzazioni
Qual è il messaggio più importante del Natale? Ma è un messaggio di grande speranza, perché venendo nel mondo, diciamo un padre della Chiesa, Cristo ci dona ogni novità. E le novità che porta il Cristo sono le novità del cuore. Però io quest'anno sto lanciando un po' di auguri birichini, augurando un Natale un po' di inquietudine. ma ho aggiunto l'aggettivo di santa inquietudine, cioè è quella presa di ecoscenza del credente, innanzitutto, di fronte allo stupore che per gli andichi cresce erano scandano, di uno stupore di un dio che si fa carne perché non ha paura di abbassarsi nella condizione umana, ma pur di portare l'uomo a salvezza, pur di portare l'uomo a redenzione. Dirensi a questo bisogna costarci si credo non da adulti ma da bambini, fare un po' una riconversione, e questo è il punto che poi mette in moto anche quella pace perché quando con la luce del signore si entra in contatto con se stessi, la luce ci fa vedere quelle che sono un po le nostre zone d'ombra, ma la luce non solo illumina, la luce riscalda anche, come dicevo prima, e su uscita una domanda che faccio, rimango alla soglia del mistero di Bethlehemme, decido di entrare, rimango comodo seduto in poltrona, decido di rimanere alla finestra a guardare o mi lascio coinmoggere immolgere da questo mistero che è un mistero di amore veramente incommensurabile, in questo senso auguro la santa inquietudine. Perché, Monsignore, è così difficile vivere in pace? Questa è una bella domanda. Intanto, non dobbiamo nasconderci che c'è un mistero anche di Peccato, San Giovanni Paolo II, in una delle sue encicliche, parlava di strutture di peccato, che si robustiscono con il contributo dei singoli peccati e il peccato è male e il peccato fa male. Ma ecco qui la necessità del Cristo che con il Natale, ma il Natale finalizzato al M. Ropascuale, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ecco, ha cambiato la storia. Ha fatto sì che la storia non fosse più una storia solo di peccato, ma una storia battuta da una più grande che quella della grazia.